Secondo Martin Seligman “papà” della psicologia positiva, le nostre generazioni sono molto più depresse e pessimiste di quelle di cento anni fa. Dato statistico e sociale che di primo acchito stona, considerando la miseria, le malattie, le guerre, le sofferenze che imperversavano in quell’epoca.
Eppure è proprio così.
La spiegazione sta nella radicalizzazione di una visione di vita sempre più individualista e egoista che lascia poco spazio al senso di comunità e di aiuto reciproco.
Conseguenza: quando si è in difficoltà ci si sente sempre più soli, abbandonati, in balìa degli eventi.
Viene meno la speranza e quando cessa la speranza…